martedì 27 novembre 2012

La tassa sui poveri

Nel vivace dibattito che sta ci preparando leader e coalizioni per le prossime elezioni non mi è parso di sentire molte parole spese per un dramma che si consuma tutti i giorni davanti ai nostri occhi: il gioco d’azzardo.

Non ho trovato niente neanche nei programmi di alcuni dei maggiori partiti riformisti, a meno che non li abbiano cambiati ultimamente. Eppure le slot e le sale da gioco stanno letteralmente cambiando la faccia delle nostre città e stravolgendo la vita di molta gente. Mi sono chiesto: sarà forse un fenomeno minore? I dati dicono tutto il contrario.

La spesa degli Italiani per giochi d'azzardo è in aumento da anni ed ha raggiunto nel 2011 gli 80 miliardi annuali. Si tratta di circa il 5% del prodotto interno lordo, il che ci posiziona come il Paese che gioca di più al mondo! Vuol dire che in media ogni Italiano (compresi i neonati) spende in un anno circa 1300 euro per gioco d’azzardo.

Fortunatamente una parte di questa spesa torna nelle tasche dei cittadini sotto forma di vincite: circa i tre quarti. Il resto è la perdita netta, che nel 2011 è stata di circa 18 miliardi. Significa in media circa 300 euro all'anno per ogni Italiano. E, come la spesa, anche la perdita netta è in aumento da anni. Questo è il primo dato allarmante.


Chi trae beneficio da queste perdite? In primo luogo lo Stato, più precisamente l'erario, che ne incassa una parte. Si tratta infatti di un meccanismo di raccolta erariale, come le tasse, con la differenza che si basa su contribuzione volontaria: è la gente a scegliere di giocare. Qui troviamo il secondo dato allarmante: malgrado la perdita degli Italiani sia in aumento, la quota parte destinata allo Stato, è in diminuzione. In parole povere, il gioco equivale a una tassa sempre più onerosa per i cittadini e sempre meno utile per lo Stato. Quindi va riformata.

Questo è solo la prima stesura di questo post. Nei prossimi giorni approfondirò la questione, che ha diversi aspetti. Vedremo che, oltre ad essere un meccanismo di raccolta sempre meno efficiente, il gioco legalizzato:
·        è iniquo, perchè preleva soprattutto dalle fascie di reddito più basse
·        è dannoso, perchè non solo toglie potere di acquisto ma crea dipendenza
·        non è facilmente eliminabile, perchè presenta anche alcuni vantaggi
·        può pero essere riformato e questo deve essere messo a programma

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