lunedì 4 marzo 2013

Il suicidio elettorale degli Italiani

Le elezioni si sono concluse una settimana fa con il responso che tutti conosciamo. E subito dopo è iniziata la sterminata serie di commenti del senno di poi. Io ho preferito digerire il risultato prima di proporvi la mia analisi a freddo. Eccola.

Queste elezioni servivano a soddisfare tre esigenze chiave per il Paese, con priorità diverse a seconda che fossero espresse dalla gente comune o da analisti specializzati:
·        La prima era formare un governo stabile, credibile e legittimato per realizzare le riforme e le politiche necessarie a far ripartire il Paese verso crescita e occupazione.
·        La seconda era licenziare una classe politica obsoleta, delinquente e attenta solo ai propri interessi, rimpiazzandola con una giovane, onesta e più rappresentativa della gente comune.
·        La terza, come ogni elezione, era la difesa di interessi particolari di ogni tipo, da quelli dei commercianti a quelli delle classi più deboli, da quelli dei proprietari di case a quelli degli operai.


E allora, volendo fare un'analisi spassionata, il voto degli Italiani ha risposto adeguatamente a queste esigenze? Più no che sì:
·        Di governo stabile non se ne parla. Quanto alla credibilità dei rappresentanti, è nulla per il 30% del PDL, partito uscito dall’esperienza di governo che ci ha portati dove siamo, e tutta da provare per il 25% di M5S, fatto di tanti neofiti completamente allo sbaraglio. Monti, universalmente considerato come il più credibile ambasciatore del Paese, è stato sanzionato. Quanto alla maggioranza relativa di Bersani, ora per necessità punta a riforme grilline che nulla hanno a fare con crescita e occupazione.
·        Sul licenziamento di massa della casta, gli Italiani hanno avuto ciò che volevano, con un ricambio e un ringiovanimento del Parlamento senza precedenti. Migliore rappresentanza civica, ma quanto all’onestà, quella la si vede sul campo ed è anche questa tutta da provare (ricordate quel Bossi che sbraitava contro Roma ladrona e poi si è fatto prendere con le mani nella marmellata? E di Pietro?)
·        Visto lo stato del Paese, la difesa degli interessi particolari era meno importante della tutela del bene comune. Ma è su questa che si vincono o perdono le elezioni. Qui, c’è chi crede di avere ottenuto un grande risultato, ma gli elettori del PDL non tarderanno a capire che al massimo avranno una fetta più grande di una torta comunque più piccola.

Il punto è che avere politici nuovi, 500 euro in più di IMU o forse qualche briciola di giustizia sociale oggi, è un magro premio di consolazione per un Paese che deve uscire da un fallimento ventennale, finora inesorabile.

Quello che mi preoccupa è che se la mia analisi è giusta – e purtroppo rischia di esserlo, perchè è assai condivisa da analisti indipendenti in ogni angolo del mondo – allora il risultato delle elezioni è stato disastroso, e rischia di esserlo quello delle prossime.

L’esito delle urne dipende dall’offerta politica, dalla legge elettorale e dagli elettori. Da qui alla prossima campagna dovremo intervenire con determinazione e impegno su ognuno di questi fattori. Sì, anche gli elettori, perchè non basta avere idee buone e persone valide se non si riesce a condividerle con i cittadini e farle votare.

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