venerdì 28 dicembre 2012

L'asse SEL-Berlusconi-Lega

Che cosa ha in comune Sinistra Ecologia e Libertà con il centrodestra dell’onorevole Berlusconi e della Lega? La feroce critica verso il Governo tecnico e l’agenda Monti. Un solo punto in comune, però grande come una montagna, come si capisce dal vigore col quale questo tipo di opposizione si è scatenato nelle ultime settimane.

Ma allora perché la formazione di Vendola non si allea con i suoi ex nemici numero uno? Non è una domanda polemica, perché una delle poche certezze di questa complessa fase pre-elettorale è che SEL, PdL e Lega faranno campagna comune contro l’agenda Monti. Perciò su questo punto importante (perché sintesi di un approccio di governo articolato) saranno alleati a tutti gli effetti. Gli elettori della Sinistra e del Centrosinistra l’hanno capito?

PdL e Lega, in perfetta linea con la loro tradizione populista, si sono accorte del sostanzioso bacino di voti che rappresenta il malcontento della gente colpita da crisi e rigore. Si sa poi che la miglior difesa è l’attacco e quindi, ripresentandosi alle urne con addosso il fardello di anni di politiche fallimentari, niente di meglio che colpire l’avversario, se possibile sotto la cintura. Insomma, PdL e Lega sono animali feriti, rimasti con la sola alternativa di ringhiare.

Anche SEL ha identificato il potenziale del malcontento e può sfruttarlo contando su quella parte di elettorato che una volta avrebbe votato il partito comunista e che quindi non si sente rappresentata dal PD di Bersani. Si tratta di elettori che vorrebbero più uguaglianza e protezione per i più deboli. È chiaro che SEL può ottenere consensi sostenendo che l’agenda Monti non permetterà di raggiungere questi obiettivi, perchè non lo ha fatto fino ad ora.

In realtà anche il Centrosinistra “montiano” condivide molti degli ideali degli elettori di SEL. Il Centrosinistra vuole un Paese dove tutti gli Italiani possano vivere meglio domani. Tutti gli Italiani, non solo alcuni: questa è la differenza con gli schieramenti che difendono soprattutto interessi specifici (posizione comunque legittima). E proprio per rimarcare questa differenza, il Centrosinistra ha riassunto il suo programma in due parole: bene comune.

Però il Centrosinistra ha capito che non si possono raggiungere tutti questi obiettivi in una sola mossa e per giunta la più ovvia. Il PD di Bersani ha capito che oltre a distribuire più equamente la ricchezza, occorre crearla, perfettamente in linea con l’agenda Monti, che ora punta alla crescita. E poi si è confrontato con la realtà di oggi, che non è quella di un Paese isolato, ma quella di una rete di Paesi in una competizione globale di portata storica.

Figura 1. L’indice Gini della disuguaglianza è in Italia fra i più alti in Europa (OECD 2011)

Dal canto suo, Monti ha capito che non è più possibile creare ricchezza ampliando le disuguaglianze. Non a caso nel suo discorso di fine anno, l’ex-premier ha citato un solo articolo (tra l’altro citato ancora prima in questo blog), quello in cui l’Economist, la più autorevole rivista liberal, ha riconosciuto che la sfida dei prossimi anni sarà di ridurre le disuguaglianze, perfettamente in linea con la carta di intenti del Centrosinistra.

In conclusione, per gli elettori di SEL, meglio allearsi con Berlusconi contro il Centro oppure allearsi con il Centro contro Berlusconi? Un vero problema, non uno scioglilingua ...

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